“Il lupo perde il pelo, ma non il vizio”: chi ancora ci legge sa che “ci piace” ogni tanto sciorinare i vecchi proverbi, ma questo sembra proprio calzare a pennello al nostro Governo. Ed anche se ne abbiamo uno nuovo (di Governo) ha già assorbito le abitudini del precedente che ha “infierito”, e non poco, con la tassazione sul mondo del gioco pubblico e sul settore dei siti di casino online. Ora, quindi, la storia si ripete e si cerca una manovra correttiva che potrebbe attingere nuovamente al comparto del gioco pubblico e particolarmente, si crede, alle slot e alle videolottery.

Ma i tempi, e non solo il Governo, sono cambiati e sembra che ora il comparto del gioco non abbia veramente più risorse per poter rispondere “obbedisco” alle futuribili richieste dell’Esecutivo e ne avrebbe senza ombra di dubbio diritto. Perché obbiettivo dei prelievi dovrebbe sempre essere quello degli apparecchi da intrattenimento? Il più florido dell’intero comparto, che rappresenta oltre il 50% della raccolta globale ma che, come detto, ormai ha i “margini più ridotti” della filiera. Ed anche i giocatori sono “ridotti”.

Proprio per questi “margini risicati” sembra non esserci proprio lo “spazio economico” per attingere altre risorse dalle slot machine e dalle videolottery, altrimenti si rischierebbero delle ricadute negative sulla filiera che già sta subendo non poco dai “mancati introiti”. Non bisogna neppure dimenticare che se il Paese Italia è quello con una maggiore diffusione di gioco sul territorio, è anche quello con il prelievo più alto in tutta Europa.

In effetti l’aliquota fiscale (percentuale della spesa dei giocatori al netto delle vincite) è superiore al 50% in Italia, contro il 25% nel Regno Unito, il 20% in Germania ed l 20-30% in Spagna: senz’altro una abissale differenza. A questo “scenario fiscale” non bisogna dimenticare di sommare anche il prelievo straordinario dei 500 milioni imposti dalla Legge di Stabilità del 2015, di cui lo Stato deve ancora recuperare 160 milioni, e questo ad ulteriore spiegazione della difficoltà di un eventuale intervento fiscale sulla filiera.

Oltre tutto, bisogna tenere conto dell’altro cambiamento a breve che il settore, anche quello dei casino online con bonus migliori, dovrà affrontare, questa volta dettato dalla Stabilità 2016: la riduzione di almeno il 30% degli apparecchi. Anzi, poi i cambiamenti saranno due perché si concretizzerà il ricambio delle slot machine con una nuova generazione di apparecchi “da remoto” che richiederà, indubbiamente, investimenti importanti per gli operatori. E tutto questo avverrà dopo un cambio apparecchiature che è appena avvenuto, a seguito delle modifiche al payout in vigore dal 2016.

Le imprese del settore ludico, onestamente, con tutte queste varianti, con le ristrettezze lavorative messe in atto dalle Regioni, e con la diminuzione del gioco, in generale, sono seriamente preoccupate per il loro futuro: troppo pressante l’impegno per le attività del gioco, troppe normative ed orpelli ed alcune di queste imprese, oggi, sono ai limiti della sostenibilità economica.

E si vuole anche spendere qualche parola che potrà sembrare “superflua”: ma anche da un punto di vista di principio, accanirsi con un ulteriore rincaro delle tasse proprio sul comparto degli apparecchi, appare “una forzatura” poiché questo segmento è stato l’unico colpito dal fisco negli ultimi anni: si consideri che dal 2009 il prelievo fiscale è stato innalzato ben quattro volte per le slot ed addirittura cinque volte per le Vlt. Se non è accanimento questo!

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